19 marzo 2008

La questione settentrionale

A dirlo così sembra quasi uno scherzo, una “questione meridionale” in versione leghista.

Ma qui la Lega non c'entra, non c'entra la secessione, non c'entrano le bandiere della Padania e le manifestazioni organizzate da Bossi & Co. Ed è un argomento che sta sempre più entrando nella campagna elettorale. Di cosa si tratta? Ora tenterò di spiegarlo.


Non è una novità, ma negli ultimi tempi, specie con la questione dei rifiuti in Campania, è riemerso come l'Italia sia divisa nettamente in due parti. Una ricca, produttiva e civile, un'altra decisamente meno benestante, meno produttiva e arretrata nello sviluppo. Negarlo è inutile. E allora che senso ha parlare di questione settentrionale, proprio quando è il settentrione la parte più avanzata del paese?


Il nord Italia (anche parte del centro, come Umbria, Toscana e Marche, ma in misura minore) è una realtà altamente produttiva, il cui tessuto economico è costituito da una miriade di piccole e medie imprese, spesso molto avanzate nel loro ambito. È questa la zona che ha contribuito allo sviluppo economico dell'Italia, e che tuttora ne costituisce gran parte del Prodotto Interno Lordo.
Questa zona si sente quindi svantaggiata dal peso di un'altra parte d'Italia ben meno produttiva e avanzata. L'arretratezza di questa zona è dovuta a questioni che noi tutti conosciamo (mafia, corruzione, questioni socio-economiche che pongono le loro basi nel diciannovesimo secolo), e nessuno riesce ad avviare lo sviluppo economico.

Quindi, la classica rivalità tra “polentoni” e “terroni” non c'entra, così come non centrano i sogni secessionisti della Lega. Si tratta di una massa di medio-piccoli imprenditori, che con la loro forza mandano avanti l'Italia, ma che non si sentono abbastanza gratificati in ciò. Sono una realtà radicata in Europa, ma percepiscono il peso dei problemi economici che purtroppo affossano il nostro meridione.



Io sono di Napoli, e di ciò vado fiero. Ma se dovessi un consiglio a tutti i sud italiani, è quello di smetterla di piangere su sé stessi, di dare la colpa dei propri problemi alle azioni di governo compiute dai Savoia dopo l'unità d'Italia, e di aspettarsi che la risoluzione dei problemi arrivi da Roma. Magari sarà anche vero che non è dei meridionali la colpa di ciò, ma non è così che si risolveranno i problemi. È ora che tutti (molti lo fanno, ma troppi no) si rimbocchino le maniche e si diano da fare al meglio, e così, con una maggiore consapevolezza e volontà di tutti, si giungerà anche a sconfiggere la mafia.


Io ho sempre visto gli italiani come un popolo unico, o almeno, mi piacerebbe che fosse così. Ma purtroppo ci attacchiamo a vicenda, ci consideriamo delle genti messe insieme da uno stato ostile e non ci vediamo come un popolo.

Una riduzione delle tasse che gravano sulle medio e piccole imprese del settentrione, e una seria campagna che favorisca (non tanto in termini di soldi, quanto di consapevolezza informazone) lo sviluppo economico nel meridione, faranno pesare meno le differenze tra le due parti d'Italia, e il nord non dovrà più lamentarsi del sud, il sud non dovrà più incriminare il nord. E, chissà, ci considereremo un popolo.


Ecco, ho concluso, anche divagando un po' troppo. Vorrei consigliarvi un libro al riguardo, che è uscito l'altro ieri: “Così perdiamo il Nord”, di Riccardo Illy, presidente del Friuli-Venezia Giulia. Io spero di andarmelo a comprare giusto oggi, così da leggerlo al più presto :)


Ciao a tutti, Otrebor


3 commenti:

  1. mai lette tante assurdità in un post solo. complimenti.

    -viper

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  2. Concordo in pieno con la tua analisi, e insisto inoltre sul fatto che il meridione sia schiavo di una, chiamiamola condizione sociale, che li porta a fare tutto per non fare niente... (proseguo con esempio=Napoli) Napoli ha i rifiuti, e invece di usare i termovalorizzatori, producendo energia e liberandosi dei rifiuti, li manda in Germania, spendendo decine di milioni di euro. Napoli ha la Camorra, e non la debella, mentre in Sicilia la cupola mafiosa è stata decapitata e la Confindustria espelle coloro che pagano il pizzo. Il meridione ha tanto da sfruttare, ma se il popolo non alza la testa e dice "We can!" (tanto per citare Veltroni che cita Obama) il popolo non risolverà mai nulla... mah, ma se a loro sta bene, sta bene a tutti...

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  3. Bah, imho il popolo è involontariamente autolesionista in alcuni casi. Sai esempio la questione rifiuti: non si vuol far costruire una discarica per difendere la salute e poi si vanno a bruciare i rifiuti? Qui c'è qualcosa sotto... bah, se non si sbrigano a fare qualcosa, come ha detto stef, contenti loro contenti tutti :S

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